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Esiste un limite?

Recordare Roberto • 23 Aprile 2021

Nella Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza approvata dalla IX Commissione (Trasporti, poste, telecomunicazioni) della Camera dei Deputati, i nostri parlamentari si sono dichiarati favorevoli ad innalzare drasticamente l’elettrosmog passando dall’attuale media di 6 V/m ad un massimo di 61 V/m (valore per il campo elettrico) e da 0,1 Watt/mq ad un massimo di 10 Watt/mq (valore per la densità di potenza del campo elettromagnetico in alta frequenza.

Uno tsunami elettromagnetico

Se la manovra venisse infatti approvata anche dal Parlamento e/o dal Governo, su tutta Italia verrebbe ad abbattersi un vero e proprio tsunami elettromagnetico senza precedenti, aumentando l’overdose elettromagnetica di un valore arbitrario pari a ben 10 volte più alto di quello di oggi (in fisica un valore più alto di 110 volte), il tutto per favorire il 5G nell’installazione di milioni di nuove antenne via terra e del Wi-Fi dallo spazio.

Eppure, esiste una Risoluzione del 2009 dal Parlamento Europeo e dall’Assemblea del Consiglio d’Europa (Risoluzione n° 1815 del 2011), ovvero nelle indicazioni invero protese ad un abbassamento dei limiti di legge a 0,6 V/m nell’immediato e a 0,2 V/m sul lungo termine e proprio mentre è in atto la rivalutazione con priorità entro il 2024 della cancerogenesi delle radiofrequenze onde non ionizzanti annunciata dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc).

Cosa sono i campi elettromagnetici?

Per chi non fosse informato, ricordiamo che i campi elettromagnetici sono dati dall’insieme di un campo elettrico e uno magnetico. Un campo elettrico è dato da una differenza di potenziale (o tensione) che per esempio spinge gli elettroni a muoversi lungo un cavo.

All’aumentare della tensione il campo elettrico aumenta la propria forza. I campi elettrici si misurano in volt per metro (V/m). Un campo magnetico si genera col movimento di flussi di elettroni, cioè col passaggio di corrente elettrica attraverso fili o dispositivi elettrici, e aumenta di intensità all’aumentare della corrente.

La forza di un campo magnetico diminuisce rapidamente con l’aumentare della distanza dalla sorgente. I campi magnetici sono misurati in microtesla (μT, o milionesimi di un tesla).

I campi elettrici vengono prodotti indipendentemente dal fatto che un dispositivo sia acceso o meno, mentre i campi magnetici vengono prodotti solo quando passa la corrente, il che di solito richiede l’accensione di un dispositivo.

Le linee elettriche producono continuamente campi magnetici perché la corrente passa sempre attraverso di loro. I campi elettrici sono facilmente schermati o indeboliti da muri e altri oggetti, mentre i campi magnetici possono passare attraverso edifici, esseri viventi e la maggior parte dei materiali. I campi elettrici e magnetici insieme sono indicati come campi elettromagnetici e sono presenti ovunque nell’ambiente.

Per esempio, le particelle cariche che si accumulano nell’atmosfera dopo i temporali generano campi elettrici, mentre la Terra possiede un proprio campo magnetico. Accanto alle sorgenti naturali ne esistono anche molte artificiali: televisori e schermi del computer, forni a microonde, telefoni cellulari, rasoi elettrici, asciugacapelli, ma anche alcuni dispositivi sanitari come gli apparecchi per radiografie, TC e risonanze magnetiche.

La frequenza e la sua interazione

I campi elettromagnetici si classificano in base alla frequenza, ovvero al numero di onde che si propagano in un secondo (misurata in hertz). Abbiamo così: •campi a frequenza estremamente bassa (fino a 300 hertz), ad esempio generati dai dispositivi elettrici presenti nelle nostre case;

  • campi a frequenza intermedia (tra 300 hertz e 10 megahertz), ad esempio generati dai computer;
  • campi a radiofrequenza (da 10 megahertz a 30 gigahertz), come quelli prodotti da radio, televisione, antenne per la telefonia cellulare e forni a microonde.

È scientificamente provato che i campi elettromagnetici interagiscono con i tessuti biologici.

L’interazione è tanto più potente quanto più ci si trova vicini alla sorgente e varia in base alla frequenza. Il principale effetto dei campi elettromagnetici (soprattutto quelli a radiofrequenza) sul corpo umano è il riscaldamento: lo stesso principio sfruttato nei forni a microonde per riscaldare i cibi.

Tuttavia, i livelli ai quali siamo normalmente esposti, per esempio mentre guardiamo la televisione o utilizziamo il computer, sono molto inferiori ai valori richiesti per produrre un riscaldamento significativo.

I valori soglia

La legge italiana, inoltre, prevede limiti di esposizione che sono molto al di sotto di questi valori (detti valori soglia); se tali limiti sono rispettati, non vi sono prove scientifiche di rischi per la salute.

Le radiazioni elettromagnetiche interferiscono anche con l’orientamento di insetti, ragni e mammiferi e potrebbe persino disturbare il metabolismo delle piante.

Proprio in Olanda diversi studi hanno fatto registrare numerose anomalie nella crescita delle piante e in particolare degli alberi, decolorazione delle foglie e varie forme di necrosi dei tessuti delle piante, ecc… Dieci anni fa queste anomalie interessavano il 10% delle piante mentre oggi sarebbero presenti nella quasi totalità degli alberi esposti alle radiazioni di sorgenti CEM.

Una attenzione maggiore all’esposizione da sorgenti CEM è rivolta all’Uomo, poiché costantemente immerso in una fitta rete di radiazioni artificiali prodotte dalle innumerevoli sorgenti che costantemente utilizza.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ha registrato in soggetti esposti alle radiazioni CEM, variazioni delle loro funzioni ghiandolari, del sistema immunitario, alterazioni del sistema nervoso centrale e del comportamento, con conseguente tachicardia, dolore agli occhi, vertigini, depressione, limitazione della capacità di apprendimento, perdita di memoria, o caduta di capelli.

Il principio di precauzione

Ancora oggi non sappiamo con certezza quali siano i livelli sicuri di esposizione ai CEM o la distanza sicura da queste fonti, e da ciò scaturisce l’esigenza di sensibilizzare la popolazione al PRINCIPIO DI PRECAUZIONE.

Ricordiamo anche che con DECRETO-LEGGE 16 luglio 2020, n. 76 (Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale), convertito con modificazioni dalla L. 11 settembre 2020, n. 120 stabilisce che i sindaci non possono vietare l’installazione di reti 5G sul proprio Comune.

Ma visto che la sperimentazione di ingegneria sociale ha decretato che siamo un popolo in grado di accettare qualsiasi cosa, si potrà anche prevedere che tra qualche tempo, oltre alla mascherina, ci sarà imposto di uscire con uno scafandro che ci protegga dai campi elettromagnetici. La domanda nasce spontanea: ma esiste un limite di accettazione e sopportazione.

 

Fonte: articolo di Roberto Recordare
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